Gli Orienti di Pier Paolo Pasolini

'Gli Orienti di Pier Paolo Pasolini. Il fiore delle mille e una notte/Viaggio fotografico di Roberto Villa nel cinema Pasoliniano' è un libro della vita che nasce, da parte di questo grande fotografo italiano, tra i maestri del fotoreportage, straordinario il suo archivio ancora in buona parte da scoprire, al seguito di un grande progetto di mostra che ha avuto diversi appuntamenti nel corso degli anni, il primo dei quali è stata la mostra 'L’oriente di Pasolini. Il fiore delle Mille e una notte nelle fotografie di Roberto Villa', 26 Maggio - 7 Ottobre 2011, Sala Espositiva Cineteca di Bologna

 

Una dinamica evolutiva che già rende questo libro un esperimento on the road, come il frutto di una riflessione metodologica ed iconografica, da parte di Villa, lunga oltre 50 anni. Un libro evento dunque, condensato di una vita di lavoro, di pensiero, di elaborazione del linguaggio fotografico e cinematico.

Roberto Villa nel 1973 trascorre oltre tre mesi e mezzo in Medio Oriente, seguendo le riprese del “Terzo film della Trilogia della Vita”, personalmente invitato dallo scrittore e regista Piero Paolo Pasolini, come semiologo dell’immagine e studioso del cinema.

Ha modo così di realizzare un ampio ed analitico reportage fotografico, sul set e fuori del set, sull’aspetto antropologico e sociologico, delle popolazioni delle diciotto località che sono state le “locations” del film, dalla Persia di Reza Pahlavi fino alla Yemen già allora in guerra.

 

Un viaggio affascinante, a tratti rischioso, magico e misterioso, in luoghi ricchi di storia ma anche complessi, chiusi apparentemente allo sguardo dell’occidente, ma nello stesso momento abitato da genti curiose, interessate, coinvolgenti e che appunto si faranno naturalmente attraversare.

 

Ne esce un libro che è l’altro film del film, come Pasolini stesso ebbe a dire a Roberto Villa quando ne vide il lavoro silenzioso, prezioso, nascosto; "tu sei stato il regista e io l’attore che non sapevo di essere".

 

Villa lo racconta nel libro, foto per foto, in una narrazione semplice, diretta, vera, aderente alle cose e agli uomini che l’hanno vissuta.

 

Dal 1973, oramai da molti decenni, Roberto porta in giro per il mondo questo racconto misterioso, fatto di immagini sorprendenti, collaborando con Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura, Università e Cineteche Estere e Italiane.

 

Una mostra anche, ma non di foto “appese”, bensì un evento digitale, un documento artistico vero e proprio e che oggi ha il suo racconto condensato e travasato in un libro unico. Un organismo che cambia dunque, opera di questo studioso dei linguaggi del cinema e della fotografia che in oltre cento giorni di riprese sul set del film, a volte anche rischiando la vita, ritrasforma quel sogno e quell’impresa, in un altro sogno e un’altra impresa.

In una vera e propria Installazione d’arte.

Molti di più degli scatti di questo libro sono depositati presso la Cineteca di Bologna che ha costituito un "Fondo" a nome Roberto Villa.

Nello sfogliare questo libro che è uno scrigno prezioso non possiamo non riprendere una frase dello stesso Pasolini che disse nel 1974 rispondendo ad una domanda: “Io amo quel mondo ma [...] senza nostalgia. Lo amo per quello che è ancora [...] e lo amo per quello che è adesso e temo che cambi”

 

Roberto Villa coglie perfettamente questo amore e questo incanto, attraverso i colori, le movenze dei personaggi che appaiono al suo occhio di potente fotografo, che si mettono in scena senza saperlo, comparse di un mondo che li attraversa e che loro stessi riflettono nei loro occhi, ma così afferra anche il vento del cambiamento, nei passi veloci dello stesso Pierpaolo che attraversa la scena e poi legge e studia. È in quel posto, in quei luoghi, ma anche da un’altra parte nello stesso momento. La sua capacità di essere e di proiettarsi.

 

Potremmo dire che Gli Orienti di Pasolini non è solo il film per fermo immagini de Il fiore delle Mille e una notte, ma anche uno studio antropologico profondo e incantato del rigoroso e avventuroso metodo di lavoro di Pasolini. Un metodo che è rimasto unico e ancora pieno di angoli da studiare e capire.

 

E questo libro ne fornisce alcune chiavi nuove e fondamentali. Arricchito dei contributi di Paolo Nutarelli, Angela Felice e Roberto Chiesi.

 

Proposto da NFC edizioni in edizione trilingue italiano, spagnolo ed inglese.

 

 

Dopo i suoi appunti per l’Orestiade africana, siamo nel 1970, è Pasolini stesso che decide di volersi dedicare ad una narrazione di nuovo respiro. Accantona persino il progetto su San Paolo, quasi sembra per fare dispetto al Fellini di Satyricon e immagina la trilogia della vita, come un adattamento di antichi classici letterari, anche per inseguire quell’esaltazione della corporalità e dell’eros popolare ma in epoche lontane (Decamerone, Canterbury, Le mille e una notte appunto) più repressive in apparenza, rispetto all’Italia che stava vivendo: fantasmi quasi del passato da rievocare contro il presente.

 

Possiamo dunque veramente comprendere oggi, con questo libro tra le mani e in libreria, perché il giovane e curioso Roberto Villa sia rimasto colpito e non ci abbia pensato un attimo a seguire il poeta; ultimo membro aggiunto di un’avventurosa, fiera ed orgogliosa troupe cinematografica che avrebbe di lì a poco seguito Pasolini in qualunque luogo della terra avesse scelto di atterrare. Rispettandone la parola, i silenzi, il suo modo di vivere la vita a morsi.

La magia di questo libro sta anche in questo sapore di avventura, in questa patina colorata di impresa leggendaria che le sue pagine regalano al lettore. Come una polvere magica. Come i colori della città delle cento moschee che piano piano, sfogliandone le pagine, si svelerà ai nostri occhi per la prima o l’ultima volta ancora.

 

 

LA MOSTRA:GLI ORIENTI DI PIER PAOLO PASOLINI

Il fiore delle mille e una notte.

Viaggio fotografico di Roberto Villa nel cinema Pasoliniano

 

1-15 FEBBRAIO 2022, L'AQUILA,SALE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL'ABRUZZO, VIA MICHELE IACOBUCCI 4, CON LA COLLABORAZIONE DELL’ISTITUTOCINEMATOGRAFICO DELL'AQUILA "LA LANTERNA MAGICA".

 

15 MARZO-15 APRILE 2022, ROMA, CASA DEL CINEMA

 

PAGINE 298 - Edizione in italiano, inglese, spagnolo - EURO 48,00

 

 

www.nfcedizioni.com

 

Promozione:Emmepromozione - Distribuzione: Messaggerie Libri

 

                                                                 

A PROPOSITO DI ROBERTO VILLA

 

Nato a Genova il 21 Settembre del 1937, Roberto Villa risiede e lavora a Milano. Laureato in elettronica, ha costituito nel 1957 la società AudioVisualCommunication, che, oltre a operare come studio fotografico e pubblicitario, svolge anche attività di didattica nell'ambito della comunicazione audiovisiva.

Dopo avere partecipato con Bruno Munari e Marcello Piccardo a progetti di ricerca e didattica sul linguaggio audiovisivo, Villa ha studiato computergrafica al MIT (Massachusetts Institute of Technology). Dal 1966 al 1969 dirige a Genova la Galleria di arte d'avanguardia “Carabaga”, frequentata da Ceccato, Chiesa, Fontana, Laura, Munari, Quartucci e Strehler.

 

In quel periodo inizia a collaborare con la televisione realizzando numerosi 'caroselli' e scrive articoli per il quotidiano “Il Lavoro” di Genova, per la rivista di fotografia “Popular photography” e per altre testate. Nel 1967 Villa inizia l'attività di fotografo e nel 1969 assume l'Art Direction della rivista “Fotografiamo”. Dal 1973 diviene collaboratore di “Playboy” e realizza numerosi servizi fotografici anche per “Vogue”, “Photo Magazine”, “Harper's Bazaar”, “Esquire”, “Photo13”, “Epoca”, “National Geographics”, “Manchete”, “Amica”, “Gioia” e “Grazia”.

 

Nel 1972 viene invitato da Pier Paolo Pasolini a fotografare le riprese del film Il fiore delle Mille e una notte, nello Yemen e in altri paesi. L'anno dopo, è sul set del film di Alberto Sordi, Finché c'è guerra c'è speranza e realizza un ampio servizio fotografico, anch'esso conservato nell'archivio del Fondo Roberto Villa a Milano.

All'inizio degli anni Settanta collabora con la RAI come assistente alla regia e nel 1973 realizza una serie di documentari televisivi sullo spettacolo “Pilato sempre”, diretto e interpretato da Giorgio Albertazzi.

Nel 1974 estende l'attività della sua agenzia, che da allora collabora con Aiwa, Mitsubishi, Tandberg, Olympus, Philips, Canton, gli editori Rusconi e Rizzoli. Inoltre la AudioVisualCommunication è la prima ad adottare il PC IBM, importato dagli Stati Uniti. Nel proprio studio realizza una lunga serie di registrazioni di musica Jazz interpretata da Eddie Miller, Lino Patruno, Severino Gazzelloni, Spigle Wilcox, Enrico Intra, Bud Freeman, Carlo Bagnoli, Teddy Wilson, Tullio De Piscopo e W.B. Davison, edite poi in LP e CD.

Negli anni Ottanta, Villa collabora all'”Enciclopedia Multimediale” Grolier, a “La Domenica del Corriere” (adottando in modo pionieristico l'illustrazione digitale e la foto elettronica), a “Millecanali”, all'Enciclopedia Multimediale edita da Kosmos, al “Fotonotiziario” (dove introduce Video Broadcast e Computergrafica). Nel 1988 è incaricato della direzione tecnica della rivista “Monitor”; nel 1992 è responsabile della fotografia digitale per la rivista “Creative”; nel 1994 è direttore tecnico di “Geotec”, rivista di Architettura e tecnologie per l'edilizia.

Svolge anche un'intensa attività didattica: nel 1968 tiene seminari sulla ripresa e regia televisiva per l'AFIP; dal 1977 al 1980 insegna semiologia e fotografia presso l'Istituto Europeo di Design a Milano; nel 1979 dirige i corsi di formazione professionale per Sharp sulle tecniche di ripresa; nel 1990 collabora con la Thomson France, partecipando a stage sull'utilizzo del digitale. Nello stesso anno progetta e conduce il corso di scenografia digitale per il COR (Centro Operativo Regione Lombardia). Nel 1993 partecipa al Sicof '93 e a Icographics '93 con il progetto di fotografia virtuale cui lavora da oltre un decennio e l'anno successivo organizza un convegno sulla “Realtà virtuale” a Milano cui partecipano rappresentanti di FIAT Design, Alitalia, IBM, Silicon Graphics, FIAT Communication, Politecnico di Milano e altri enti e istituzioni. Nel 1995 cura un ciclo di seminari per la Facoltà di architettura dell'Università di Milano e dal 1996 tiene corsi di comunicazione e nuove tecnologie per la Regione Lombardia. Dal 1996 progetta e tiene corsi per il Fondo Sociale Europeo: i primi sono incentrati su “Archiviatore Multimediale di Beni Culturali”, nel 1997 progetta e conduce “Esperto in Telelavoro e Internet”, quest'ultimo in collaborazione con il Comune di Milano, la Regione Lombardia, il Ministero del Lavoro ed il Fondo Sociale Europeo, questi lo assumerà come standard internazionale dando vita allo "Smart Working" conosciuto oggi, seguiranno “Art Director Multimediale” e, nel 1999 “Fotografo Digitale”

 

*** Il Ritratto è di Silvano "Nano" Campeggi uno dei più grandi "Pittori del Cinema" i creatori dei Manifesti

 

 

 

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