Tony Canto presenta il suo terzo disco, Italiano federale (Leave Music), con il quale si conferma uno degli artisti e compositori più vivi, di maggior talento e intelligenza artistica oggi presenti in Italia. E’ sua la produzione artistica di entrambi i dischi di Mannarino (Il Bar della Rabbia e Supersantos, di prossima uscita). In qualità di chitarrista e compositore ha lavorato su entrambi i dischi di Patrizia Laquidara mentre risale al 1996 il suo sodalizio mai interrotto con Mario Venuti. Vanta inoltre collaborazioni con Arto Lindsay, Paolo Buonvino e Joe Barbieri. Il suo talento sta nel mettere in musica sogni e intuizioni. Allievo di Franco Mussida (PFM), amante della musica brasiliana, di Pessoa, Pirandello e delle maschere, Tony Canto compone con antica maestria e profonda sapienza artistica, condita da quel sentimento popolare che rende tutto fruibile e originale. Questo suo nuovo disco - il terzo da solista dopo “il Visionario” (2007) e “la Strada” (2009) - unisce due sentimenti solo apparentemente agli antipodi, ironia e nostalgia, riuscendo a far convogliare in una sintesi – qual’è la forma canzone – la densità e la complessità di questi diversi sentire. Lo chansonnier Tony Canto canta la sua essenza, facendo proprie contaminazioni che si adottano a vicenda diventando unico sound, mentre il chitarrista Tony Canto – per il quale colleghi del calibro di Fausto Mesolella hanno espresso più volte attestati di stima – ha nel tocco e nell’uso dello strumento accordi e fraseggi che richiamano spesso la sua terra, la Sicilia. In questo connubio le parole e la musica vengono fuori come in un processo di possessione e fanno emergere chiaramente echi di Joao Gilberto, i luoghi della vita e quelli della mente. Così accade in Italiano Federale dove riaffiorano i luoghi, i sogni o i viaggi in l’Africa. Riaffiora il grande Mimì, ovvero Domenico Modugno, ben studiato da Tony Canto dall’inizio della sua carriera e sempre riproposto nei concerti. “Italiano Federale è stato registrato in cinque giorni” - confessa Tony Canto,”ma questo ha permesso di conservare l’essenza delle canzoni e non perderne la freschezza. Cinque giorni di session con musicisti ai quali sono legato da musica e amicizia: Franco Barresi alla batteria, Giovanni Arena e Vincenzo Virgilito al contrabbasso, Flavinho Vargas e poi Luca Scorziello alle percussioni e Peppe Russo alla fisarmonica” All’interno dell’album trova spazio anche la canzone Cuore visionario dove Tony Canto duetta con Pilar, con la quale ha iniziato una collaborazione che lo vedrà arrangiatore e produttore del nuovo album della cantante e autrice romana. Altra collaborazione eccellente è quella su Non mi nni vaju - ovvero Non me ne vado, tarantella siciliana in dialetto impreziosita dall’intervento percussivo del grande Alfio Antico. Il testo di Nun me ne vaju contiene un concetto fondamentale di Italiano Federale: qualsiasi sia il richiamo esterno io sono nato qui, e, nel bene e nel male, è qui che resto. Il richiamo alla sua terra e alle sue contraddizioni è una costante dell’ album ma anche di tutta la poetica musicale di Tony Canto, che dichiara: “Italiano Federale perché volevo raccontare di un sentimento comune a molti italiani, quello di sentirsi dentro un Paese che in realtà ne contiene molti di più; perché volevo celebrare anche io, a mio modo, i 150 anni della presunta unità d’Italia; perché le ragioni dell’economia hanno fatto fuori il sentimento nazionale. Si può essere allora felici ‘solo quanto metto i piedi sulla terra mia’ (come canto proprio nella canzone che da il titolo all’album), esaltando e dando ragione alle differenze,che sono la nostra più vera e feconda ricchezza che danno vita da sempre anche a un federalismo che è anche – felicemente -musicale. Più che un disco politico potrei definirlo un album che ha a che fare con il reale, con il degrado politico che viviamo tutti i giorni. E’ un disco privo di polemica ma che non nasconde la testa sotto la sabbia. E, alla fine, ad ascoltare bene, Italiano Federale è proprio un atto d’amore verso il mio Paese.”