DAL VIVO PER IL CIRCUITO DEL MITO:
mercoledì 29 dicembre 2010 TEATRO VITTORIO EMANUELE di MESSINA
giovedì 30 dicembre 2010 TEATRO IMPERO di MARSALA (TP)
Il servizio del Tg2 Mizar del 8/1/11 (dal minuto 21'00'')
http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/RUBRICHE/PublishingBlock-4d179a82-04c1-4164-856b-2afc28c38206.html
Il servizio del GR1 RAI del 29/12/10 (dal minuto 15'00'')
www.grr.rai.it/dl/grr/edizioni/ContentItem-a9efd1b1-b772-4bd7-aaa3-7c623136502d.html
Servizio Tg1: in onda il 3 gennaio nell'edizione della notte
Servizio Tg2: in onda l'8 gennaio nell'edizione di mezza sera
La Sicilia, 29/12/10
Il Giornale di Sicilia, 29/12/10
Avvenire 28/12/10
L'Unità, 30/12/10
TgCom.it, 29/12/10
“Mons Regalis” è l’opera che racconta il Duomo di Monreale, uno dei
più suggestivi ed imponenti spazi architettonici creati dall’ingegno umano,
con i suoi splendidi mosaici, unici al mondo e la sua storia affascinante
legata alla cultura greco-arabo-normanna che caratterizzò la Sicilia
occidentale all’epoca del suo massimo splendore, fra il XII e il XIII secolo. Il
testo è stato scritto dal teologo Salvino Leone. La cantante e autrice
Lucina Lanzara ha composto la musica, orchestrata da Massimo Sigillò
Massara. La messa in scena del 29 e 30 dicembre 2010 si avvale del
progetto scenico di Sebastiano Romano, che trasforma l'opera musicale in
una installazione teatrale, coniugando le elaborazioni visive di Antonio
Macaluso, con le azioni coreografiche di Davide Padiglione.
La descrizione dell’Opera
Un cuntastorie, il Custode del Duomo (Salvo Piparo), conduce l’ascoltatore alla conoscenza del tempio. Al narratore si aggiungono altre voci recitanti (Maurizio Spicuzza, Stefania Sperandeo, Laura Geraci) ed i cantanti Julie Kench, già soprano dei Swingle Singers, il gruppo vocale SeiOttavi, il cantore arabo Yousif Latif Yaralla e l’autrice stessa Lucina Lanzara. Il testo è scritto in italiano, latino, arabo, greco e siciliano, mentre la musica è caratterizzata da un’originale fusione fra generi ed epoche, sviluppandosi in un’alternanza di
stili e colori: gregoriano, medievale, rinascimentale, etnico, contemporaneo colto e popolare.
Mons Regalis si divide in due parti. Nella prima si racconta la storia del Duomo, dalla descrizione del “Monte reale che avvolge ogni cosa” con la suggestiva leggenda dell’apparizione della Madonna a Guglielmo il Buono.
Seguono le vicende propriamente storiche come le regole astronomico-religiose secondo le quali il duomo viene costruito, il progressivo crescere della struttura e l’arrivo dei monaci benedettini. Nella seconda parte, la
Rapsodia Musiva, seguendo il percorso nelle navate e nei transetti, si celebra la struttura teologica nell’esplicazione degli stessi mosaici, dall’Antico Testamento si arriva al grande Cristo Pantocrator nell’abside, e
da questi si proietta lungo la storia della chiesa. Conclude l’opera un messaggio di speranza per l’uomo d’oggi, la Bellezza che si fa Salvezza.
Il Duomo di Monreale è un’opera d’arte unica nel suo genere, un irripetibile patrimonio dell’umanità che da otto secoli conquista lo sguardo, il cuore e la mente del visitatore.
Mons Regalis è occasione per “rendere omaggio” a tale realtà e a chi l’ha realizzata, e offre una nuova suggestione al visitatore, lasciando risuonare ulteriori corde della sua sensibilità per cogliere, tradotto in altri linguaggi artistici, il perenne messaggio che da quei mosaici promana.
L’idea di un’opera musicale per Monreale nasce dalla volontà di inserire nella Settimana Internazionale di Musica Sacra una composizione specificamente pensata per celebrare l’irripetibile attrattiva del Duomo, il suo messaggio religioso, il suo fascino spirituale, le sue coordinate estetiche, la sua musica, la sua poesia. Il visitatore di otto secoli fa come quello di oggi rimane abbagliato non solo dallo splendore dei mosaici ma dalla ineffabile suggestione religiosa che solo il linguaggio della musica e il simbolo della poesia possono provare a rappresentare. Proprio per questo si è voluto realizzare una sorta di grande omaggio letterario e musicale al tempo stesso caratterizzato dalla contaminazione dei generi musicali e letterari (opera sacra, recital e oratorio in stile ora gregoriano, ora medievale, ora rinascimentale, ora etnico).
La composizione rispecchia l’attuale sentire ma non rinunzia al grande patrimonio della tradizione: così, ai canti scritti in latino, che riecheggiano l’antica innologia gregoriana, si affiancano strumenti e ritmi etnici, ai cori degli antichi monasteri le odierne armonie orientaleggianti. E per attingere più compiutamente alla tradizione locale si è voluto anche intercalare alcuni brani con intermezzi di cuntastorie siciliani. Il grande ensemble orchestrale sarà dunque arricchito dalla presenza di strumenti precipui della nostra tradizione, come i marranzani, le tammorre e le zampogne, per una sonorità unica, difficilmente codificabile in virtù della contaminazione di generi e stili, ma intuitivamente ed immediatamente rapportabile al territorio siciliano.
La Sicilia - 02/12/09
La Repubblica ed. Palermo - 05/12/09
Il Giornale di Sicilia - 03/12/09