La formazione musicale di Saverio Pepe nasce in modo classico: rigorosamente dal vivo. Interpretando per lunghi anni, dalla sua Matera in giro per la Basilicata e dintorni, un repertorio che sente vicino e come attaccato alla sua pelle: Paolo Conte, Natalino Otto, Domenico Modugno, Renato Carosone, Fred Buscaglione, ma anche Franco Battiato, De Andrè. Ovviamente c’è anche molto jazz, come il bepop di Coltrane, il free di Coleman, quello di tradizione come quello avanguardista. Dopo molti anni decide anche di laurearsi in canto jazz al conservatorio di Matera. Una sorta di John Travolta della canzone in jazz. Così si sente da subito. E infatti non disdegna lavori come autore e conduttore in emittenti televisive, in spot pubblicitari, conduce live show alternando lati giocosi a parti più istituzionali. A suo agio in questi abiti che veste e sveste con brio, humour e ridanciana baldanza. Dirige anche artisticamente diverse manifestazioni sparse tra la Puglia e la Basilicata. Figlio in fondo di un pensiero molto positivo. Che ha tanti figli diversi, chiamati in molti modi, i più ricorrenti: felicità e gioia. Per la musica. Grazie a questa impostazione e slancio travolgente conosce un giorno Valter Sivilotti e con coraggio e una dose di follia gli chiede “per cortesia”, come ama raccontare Saverio, di musicare i suoi testi. Valter, con grande stupore di Saverio, accetta e nasce così la meravigliosa avventura di “Canto male il jazz”. L’incontro con Sivilotti (arrangiatore già per Elisa, Cristicchi, Mina, Antonella Ruggiero, Katia Ricciarelli e tanti altri) produce rapidamente il coinvolgimento di musicisti stellari i cui nomi da soli, sono una vera e propria enciclopedia della musica italiana: Marco Tamburini alla tromba e filicorno, Daniele Scannapieco al sax soprano e tenore, Aldo Vigorito al contrabbasso, Guido di Leone alla chitarra, Antonio Ippolito al bandoneon, Giovanni Scaciamacchia alla batteria. Impossibile davanti ad un ensemble di questo genere, riuscire a cantare bene. soprattutto il jazz. E infatti, dopo aver cantato tutte le canzoni, ha deciso con lucida follia di intitolare il disco: Canto male il jazz. Forse proprio perché si era reso conto di averlo cantato “malissimo” ma fortissimo nello stesso tempo. Le canzoni di Saverio escono intense e velocissime, brevissime, assurde, romantiche, struggenti e incomprensibili. Lente e veloci insieme. Lui ride, scherza, parla, racconta, si commuove e torna serio in un lampo. Sa essere armonico e disarmonico insieme. Aspro e gradevole. Consapevole di aver cantato male il jazz, chiede al critico e storico del jazz Alceste Ayroldi di aiutarlo in una cosa, un’altra folle idea: provare ad anticipare l’uscita ufficiale del disco, con un edizione più breve in esclusiva per prestigiosa rivista Musica Jazz. Alceste lo aiuta e dal primo di maggio, “Canto male il jazz”, viene abbinato per un mese a Musica Jazz in una versione minor di soli undici brani e un testo scritto di accompagno dallo stesso Alceste. Dal primo giugno uscirà poi, con regolare distribuzione nazionale e digitale, la versione deluxe del disco, quella contenente 14 brani. 

 

 

Jazz club, swing sghembo e delicato, ballad intime dal cuore antico, parodia jazzistica e atipiche ninne nanne. Richiami classici e piglio sardonico che spezza la melodia classica per renderla ancora più carezzevole in un certo senso. Musica argentina e jazz dei primi del secolo scorso, persino funky e spruzzate rock al vetriolo. Il disco è tutto un altalenarsi di ritmi e sentimenti, svolte improvvise e precipizi di salite e discese. Non c’è tregua, non c’è sosta, non c’è respiro. Quando arriva la tenerezza viene spezzata dal blues e da contrappunti corali. La vita è tutta un paragone, argomentando una sua stessa canzone, pare dirci Saverio. La lotta per essere il primo è fra battersi da solo oppure battersi con tutti quelli che stimi. Gli piace giocare con il varietà, con il palcoscenico e le parole a Saverio Pepe. Ci ha messo dentro tutta la sua vita, la sua storia e l’esperienza. Così il disco ce lo consegna oggi, come fosse un amore in prestito che porta la giacca di un bellimbusto comprata nel bel mezzo di una terra assolata, come si può dedurre giocando a piacimento tra la tracking delle sue canzoni che di seguito riportiamo.

 

 

Saverio Pepe

CANTO MALE IL JAZZ

(maggio 2015)

 

TRACKLIST:

1.        Un Sogno

2.        Figlio del pensiero semplice

3.        L’attesa

4.        Megera e battagliera

5.        Signori e maggiordomi

6.        Venosa

7.        La vita è un paragone

8.        Dimmi o cuore mio

9.        La signora del tango

10.        Amore in prestito

11.        Terra assolata, strada dissestata

12.        Tenerezze, sospiri, carezze

13.        Il bellimbusto

14.        L’orchestra 

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